Il Ministero dello Sport
Dopo aver affrontato a grandi linee la struttura organizzativa dello sport in Italia, ci preme soffermare la nostra attenzione sulle singole componenti, così da offrire a chi ci legge un quadro esaustivo sul tema.
Si deve premettere che l’art. 92 della Costituzione disciplina la formazione del Governo con una formula semplice e concisa: il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. Da ciò comprendiamo che la scelta dei ministri avviene ad opera del Presidente del Consiglio dei Ministri. D’altro lato, è facile notare come la composizione dei governi a livello ministeriale sia stata profondamente mutevole, vedendo il numero dei dicasteri oscillare tra i 12 ed i 16.
Sotto il profilo organizzativo, la Costituzione, all’art. 95, stabilisce che il Presidente del Consiglio dei ministri promuove e coordina l’attività dei ministri: questo potere di coordinamento dei ministri è stato di intensità molto variabile nella storia dello Stato italiano, in quanto fortemente condizionato dal peso dei singoli ministri e quindi dei partiti dei quali essi erano l’espressione. Il Presidente del Consiglio dei ministri: dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.
La legge 23 agosto 1988, n. 400 esplicita le attribuzioni del Presidente del Consiglio. Il Presidente fissa l’ordine del giorno del Consiglio, e in particolare può avocare nel Consiglio decisioni di competenza di singoli dicasteri.
Venendo a trattare precipuamente del Ministero dello Sport, fino all’anno scorso, la pratica sportiva era di competenza del Dipartimento per gli affari regionali, le autonomie e lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri, struttura di supporto al Presidente del Consiglio, operante nell’area funzionale dei rapporti del Governo con il sistema delle autonomie. Il Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo sport è stato istituito nel 2012 ad opera del governo Monti. Precedentemente le competenze erano suddivise tra il Dipartimento per gli affari regionali e le
autonomie, il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo e l’Ufficio per lo sport.
Nel 2016 con il DPCM 7 giugno 2016 il Dipartimento è tornato ad avere la storica denominazione Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie; con lo stesso decreto, l’Ufficio per lo Sport è diventato un ufficio autonomo, articolato in due servizi.
Dal 12 dicembre 2016 l’Ufficio è diventato un vero e proprio dicastero retto attualmente dal ministro Lotti. Volendo analizzare attentamente le competenze di tale Ministero, si deve rilevare che sinora ha avuto più che altro funzione consultiva e propositiva, tenendo conto di come l’ambito sportivo, per sua stessa conformazione, ha necessariamente bisogno di coordinamento tra governo, CONI e rappresentanze di Federazioni, Discipline Associate ed Enti di Promozione Sportiva. Ciò per quanto possa proceduralizzare un’eventuale modifica al sistema normativo in materia, garantisce per altro verso che non vi possano essere sovvertimenti di sorta ad opera di un attore piuttosto che di un altro.
Certo è che, almeno ad oggi, appare certamente poca chiara la collocazione di questo Ministero, chiamato ad inserirsi in una struttura organizzativa chiusa come quella prefigurata dal CONI.